Telefonami pure,
questa sera.
Io, non t'apetterò...
Ti lascerò così,
aggrappato alla mia voce,
ad inseguire traccia
di quel tuo bisogno
di capire.
Oh sì,
telefonami pure,
questa sera.
giovedì 30 dicembre 2010
martedì 7 dicembre 2010
Un nuovo arcobaleno
Scende la neve e soffice
avvolge il mio pensiero
che dolcemente plana
sul ricordo di com’ero.
Nessun rumore o suono
si sente e da quassù
son’ afoni discorsi,
confusi movimenti
e poco più.
Scende la neve e magico
il mondo sotto appare
e mentre tra le nuvole
volteggia il corpo mio,
è solo incanto d’anima
in un bianco sfarfallio.
Intanto il tempo scorre,
ma a ritroso,
e lentamente scendo
e lì mi vedo
in mezzo al fumo di sterili parole
che ingannano i principi
in cui credevo.
Vedo battaglie e sangue
per le strade.
Sogni traditi a colpi di pistola,
madri straziate e buchi nelle vene, poi
vuoti lamenti ed urli di sirene
che nel deserto di centomila piazze
accompagnano
il ghigno soddisfatto del potere
Scappo volando
lontano da quegl’anni;
lontano da quel mondo lontano
dall’angoscia dell’infrangersi d’un sogno
e quando in alto, in alto son di nuovo
sento leggero il corpo e il mio pensiero
perdersi ancora tra quei boccioli di neve
che s’apriranno, sciogliendosi al calore
di un nuovo arcobaleno.
avvolge il mio pensiero
che dolcemente plana
sul ricordo di com’ero.
Nessun rumore o suono
si sente e da quassù
son’ afoni discorsi,
confusi movimenti
e poco più.
Scende la neve e magico
il mondo sotto appare
e mentre tra le nuvole
volteggia il corpo mio,
è solo incanto d’anima
in un bianco sfarfallio.
Intanto il tempo scorre,
ma a ritroso,
e lentamente scendo
e lì mi vedo
in mezzo al fumo di sterili parole
che ingannano i principi
in cui credevo.
Vedo battaglie e sangue
per le strade.
Sogni traditi a colpi di pistola,
madri straziate e buchi nelle vene, poi
vuoti lamenti ed urli di sirene
che nel deserto di centomila piazze
accompagnano
il ghigno soddisfatto del potere
Scappo volando
lontano da quegl’anni;
lontano da quel mondo lontano
dall’angoscia dell’infrangersi d’un sogno
e quando in alto, in alto son di nuovo
sento leggero il corpo e il mio pensiero
perdersi ancora tra quei boccioli di neve
che s’apriranno, sciogliendosi al calore
di un nuovo arcobaleno.
domenica 20 giugno 2010
Porgendo la mano
Lambite
dal grigio pastume
di gente banale
che vive per niente,
ma lontano dai mille pagliacci
che come puttane si vendono
ad ogni nuovo potente,
ci sono persone
che lottano e pensano
tenendo aperta la mente
e, porgendo la mano,
riscattano l’anima
di questo mondo morente
dal grigio pastume
di gente banale
che vive per niente,
ma lontano dai mille pagliacci
che come puttane si vendono
ad ogni nuovo potente,
ci sono persone
che lottano e pensano
tenendo aperta la mente
e, porgendo la mano,
riscattano l’anima
di questo mondo morente
IL Brufolo
Piccolo uomo, ascolta:
enorme è la tua ombra,
ma non mi inganna
la tua lanterna magica.
Dietro quel telo
c’è solo un piccoletto
che crede d’impressionar
col suo sapere
ma che è piccino,
davvero piccolino
come quel brufolo che ho
‘sta sera sul sedere.
Oh, certo
“tu conosci i classici a memoria
ma non distingui
il ramo da una foglia”.
Sai usare le parole dei tuoi libri,
ma ignori
quelle che nascono dal cuore.
Magari pensi pure d’ essere giusto,
e d’orgoglio ti riempi col pensiero
che la cultura tua
è sopra tutto
e ti dispensa dal scendere a tenzone.
Se qualcuno poi
ti osa criticare,
tu gli rispondi con il tuo latino…
Oh, povero gigante piccolino
tu l’anima non l’hai
per dire quel che pensi,
sei solo tronfio e pieno
dell’aria che respiri.
Cerchi il potere,
anche più degli altri
ma il cuore mica ce l’hai
tu, per lottare...
C’è l’ho con te
perché sei pericoloso
come lo è il nemico
che non si fa vedere;
come lo è il serpente
silenzioso e velenoso,
che si nasconde
nella sabbia ad aspettare
e attacca
ma solo e sempre
quando sa d’esser sicuro
e di far male…
Allora in campo aperto,
io ti sfido:
avanti, vieni fuori:
tu con il tuo sapere
io solo col mio cuore.
Ma se, come poi penso
non ti farai vedere,
va bene, caro brufolo
che stai sul mio sedere,
pesante su una seggiola
io
mi farò cadere….
enorme è la tua ombra,
ma non mi inganna
la tua lanterna magica.
Dietro quel telo
c’è solo un piccoletto
che crede d’impressionar
col suo sapere
ma che è piccino,
davvero piccolino
come quel brufolo che ho
‘sta sera sul sedere.
Oh, certo
“tu conosci i classici a memoria
ma non distingui
il ramo da una foglia”.
Sai usare le parole dei tuoi libri,
ma ignori
quelle che nascono dal cuore.
Magari pensi pure d’ essere giusto,
e d’orgoglio ti riempi col pensiero
che la cultura tua
è sopra tutto
e ti dispensa dal scendere a tenzone.
Se qualcuno poi
ti osa criticare,
tu gli rispondi con il tuo latino…
Oh, povero gigante piccolino
tu l’anima non l’hai
per dire quel che pensi,
sei solo tronfio e pieno
dell’aria che respiri.
Cerchi il potere,
anche più degli altri
ma il cuore mica ce l’hai
tu, per lottare...
C’è l’ho con te
perché sei pericoloso
come lo è il nemico
che non si fa vedere;
come lo è il serpente
silenzioso e velenoso,
che si nasconde
nella sabbia ad aspettare
e attacca
ma solo e sempre
quando sa d’esser sicuro
e di far male…
Allora in campo aperto,
io ti sfido:
avanti, vieni fuori:
tu con il tuo sapere
io solo col mio cuore.
Ma se, come poi penso
non ti farai vedere,
va bene, caro brufolo
che stai sul mio sedere,
pesante su una seggiola
io
mi farò cadere….
giovedì 11 marzo 2010
Nel buio della notte
Quando,
nelle notti di sereno,
con umiltà e coraggio
rapito
osservo il cielo,
di questa terra subito
mi sento un parassita;
un nulla,
ospitato su un puntino
di quell'immensità che ci sovrasta
e che solo in parte io
capisco e vedo...
Allora penso a dio,
a quella forza che dà alito al creato
e a quell'inafferrabile infinito
che si perpetua in ogni mio respiro...
Ma poi,
chiudendo gli occhi,
ritrovo quelle croci,
i roghi inquisitori e le bandiere
che agitano nel vento il paradosso
d’ un amore che sublima nel potere...
Così
ritorno rassegnato
a rifugiarmi nel mio lido
e nel buio della notte
amaramente
rido
domenica 7 marzo 2010
Incanto
Ti guardo
e dolce rispondi
allo sguardo.
Non una parola,
solo un sorriso
ed il mondo fuori
svanisce nel tuo viso…
e dolce rispondi
allo sguardo.
Non una parola,
solo un sorriso
ed il mondo fuori
svanisce nel tuo viso…
domenica 21 febbraio 2010
Il mio copione
Il nulla arriverà
e subito
smetterò di percepire
questo mondo indifferente
alla mia fine...
Così,
cercando inutilmente la ragione
di questo strano gioco che,
di quel che costruisci,
ti fa inevitabilmente servitore,
attendo,
rassegnato e senza un credo il divenire,
celando nel profondo le paure e,
fingendo di nascondere alla vita
il suo padrone,
io recito a memoria
- come tutti -
il mio copione.
e subito
smetterò di percepire
questo mondo indifferente
alla mia fine...
Così,
cercando inutilmente la ragione
di questo strano gioco che,
di quel che costruisci,
ti fa inevitabilmente servitore,
attendo,
rassegnato e senza un credo il divenire,
celando nel profondo le paure e,
fingendo di nascondere alla vita
il suo padrone,
io recito a memoria
- come tutti -
il mio copione.
sabato 6 febbraio 2010
Là
Là,
dove i ricordi si fondono
in un unico leggero sentire,
e i volti e i momenti e i profumi
un poco tra loro si mescolano
confondendosi in un solo colore,
là c’’è il mio mondo incantato,
Il rifugio segreto di quello che sono
e di quel che son stato…
E là mi ritrovo,
talvolta guidato da brezze leggere
od altre gonfiato da un vento in tempesta,
e subito il mondo di fuori svanisce
e il tempo s’ arresta…
Così,
aprendo la porta ai rumori
dall’anima mia,
impugno la penna e…
incontro Poesia.
dove i ricordi si fondono
in un unico leggero sentire,
e i volti e i momenti e i profumi
un poco tra loro si mescolano
confondendosi in un solo colore,
là c’’è il mio mondo incantato,
Il rifugio segreto di quello che sono
e di quel che son stato…
E là mi ritrovo,
talvolta guidato da brezze leggere
od altre gonfiato da un vento in tempesta,
e subito il mondo di fuori svanisce
e il tempo s’ arresta…
Così,
aprendo la porta ai rumori
dall’anima mia,
impugno la penna e…
incontro Poesia.
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