venerdì 22 agosto 2008

L'orma e il mare

Oggi vi parlerò di me,
di questo mio bisogno d’interrogarmi
e di capire.
Oggi vi parlerò di me,
delle mie certezze e delle mie paure.
Vi parlerò di questo Dio che mi perseguita,
e nutre assieme al cuore la paura
che senza questa arresa alla ragione
non saprei dare un senso al mio pensare.
Oggi vi parlerò di me
e di questo mio bisogno indispensabile,
che tutti noi,poi, chiamiamo amore,
ma che si piega, di nuovo, di fronte alla fatica,
di fronte alla paura che,
sia per errore, fato
o cose della vita,
o finirà l’amore o resterà
inciso nel ricordo di chi resta
e sarà solo
e soltanto sofferenza.
Oggi vi parlerò di me
e della mia sfida
che valga sempre la pena di provare;
che valga sempre il rischio
di rischiare,
perché la vita è una,
una sola, una soltanto
e quello che ci toglie la paura,
anche quella di un momento solo,
è la soddisfazione
per questo labile passaggio,
che svanirà comunque,
come sulla sabbia l’orma
e il mare.
La vita,
e questa morte
che più la sfuggi
più Lei ti ghigna in faccia.

E' così...

E’ così…
La roulette si è fermata sul tuo numero
e a noi non resta altro che accettare
chinando un poco il mento alla vergogna
per guardare
oltre la rabbia e dentro l’illusione,
e poi, lo so, arriverà il dolore.
E’ così…
e ci deve anche bastare,
perché questa qui è la vita!
Inutile, e meschina ingannatrice
che sembra poter sfidare il Cielo
ma nient’altro alla fine riesce a fare
che permettere alla morte di arrivare

Fratello mio

Fratello mio,
finito sotto terra
con l’ impressione ancora tra le dita
di una luce nuova
venuta a rischiarare finalmente
la tua vita,
oggi ti scrivo come se fossi vivo
perché non può bastarmi
parlarti col pensiero,
dove stretto è il confine
tra quel che sono
e quel che ero.
L’ultima volta , lo so
è stata dura:
cosa vuoi farci?
le tue uniche parole,
e poi una canna,
fumata alla salute della vita
che se ne andava,
ma ancora insieme, un’altra volta,
con forza e in piedi
urlando vieni a prendermi
finché sappiamo ridere, no
non è finita!
Poi,
con vigore stringesti la mia mano
mentre con gli occhi mi dicevi
adesso vado,
e questo viaggio mi porterà lontano…

Io, da quel giorno,
ho smesso di sognare
perché la vita in fondo
è solo un’illusione
che ci regala sofferenza col sorriso
e quel che dà
se lo riporta via senza preavviso.
Ma sai, fratello mio, cosa ti dico?
Quest’esistenza finirà,
comunque sia vissuta, così
bisogna che s’accetti
d’essere tenuti dalla morte
sottoscacco per la vita.
Devo provare, allora
a vincer la paura
miscelando i giorni miei
al tuo sorriso e,
con te presente ma silenzioso
nel mio cuore,
saper tornare a vivere
e a sognare.

lunedì 18 agosto 2008

Certe mani

Certe mani
forgiate dagli anni
e temprate da vera fatica,
possenti
e capaci di abili cose
orgoglio di pochi di memoria antica,
sfidano
sapienti e sicure
la forza svanita e il tremar delle dita
provando ad opporre se stesse
al progresso
e al terminar della vita.
Ma ‘sì triste ed amara
è questa ostinata bravura
che
sconfitta comunque due volte,
due volte alla fine morrà.